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13/08/2023

le cas de Tafida Raqeeb pose des questions fondamentales sur notre civilisation !

En fait on en arrive dans nos sociétés à des aberrations orwelliennes où les mots se mettent à dire le contraire de ce qu'ils semblent dire !

Et à instaurer le plus immonde cruel et impavide des totalitarisme (ça rappelle l'idéologie des nazis, eux aussi étaient des scientifiques bien-pensants, il ne faut pas l'oublier !! quand on relit leur littérature, on voit à quel point ils étaient persuadés de représenter la rationalité le Droit pet la Civilisation !

Article de fond en italien ! bonne occasion pour apprendre l'italien si vous  ne le savez  pas encore !

https://www.culturacattolica.it/attualit%C3%A0/in-rilievo...

"L’ospedale ha fortemente insistito sul fatto che la legge italiana non tutela i bimbi poiché sarebbero sottoposti ai desideri dei genitori e dunque i loro diritti umani non sarebbero tutelati. Sarebbero costretti a continuare a vivere ... quindi non si può dire che in Italia i loro interessi siano protetti...

Si, questa è la incredibile tesi sostenuta. In realtà tale tesi è al limite dell’incidente diplomatico. L’Italia è un paese UE e vi è (quanto meno !!) la presunzione che i diritti di tutti, compresi quelli dei bambini, siano pienamente tutelati. Tanto più se sottoposti alle cure e trattamenti di un ospedale (il Gaslini) tra i più accreditati e importanti a livello internazionale. Chiaramente potremmo scrivere fiumi d’inchiostro su questa tesi difensiva così estrema da sembrare inverosimile. Ma è chiaro che siamo di fronte ad un vero e proprio scontro tra culture opposte. Proprio alla deriva l’una dall’altra ... Si tratta di una filosofia ed etica diversa tra Inghilterra e Italia. Due visioni diverse del valore della vita. Totalmente diverse. In ballo non c’è solo Tafida e la sua S qui sont derrière amiglia. In ballo c’è la concezione della vita in Italia. E la concezione della vita in Inghilterra. Non solo lo stretto della manica, ma anni luce sembrano dividerci oggi dall’Inghilterra. Attendiamo ora gli sviluppi della nuova fase processuale che sarà avviata domani.
Non c’è proprio niente da fare, questo mondo pare non amare proprio né la vita né la libertà di coscienza, così che dà sempre più ragione a quanto Marcuse, il critico della società industriale avanzata, da tempo aveva scritto: «Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico. In verità, che cosa potrebbe essere più razionale della soppressione dell’individualità […]? I diritti e le libertà che furono fattori d’importanza vitale alle origini e nelle prime fasi della società […] vanno perdendo il contenuto e il fondamento logico tradizionali. Le libertà di pensiero, di parola e di coscienza erano idee essenzialmente critiche, al pari della libera iniziativa che servivano a promuovere e a proteggere […]. Una volta istituzionalizzati, questi diritti e libertà condivisero il fato della società di cui erano divenuti parte integrante. La realizzazione elimina le premesse».
Avete letto di Tafida Raqeeb, la bimba inglese di origine mussulmana che la democratica Inghilterra vuole uccidere, nel suo «best interest», miglior interesse, come ha già ucciso Charlie Gard, Alfie Evans, Isaiah Haastrup, e come i cugini francesi hanno fatto con Vincent Lambert? E le motivazioni con cui si è negato il diritto della famiglia a portare in Italia a curarsi la piccola? Ecco come Filippo Martini, segretario dei Giuristi per la Vita, racconta: «E’ terminata oggi la Causa amministrativa. Domani inizierà la vertenza avanti alla “Family Division”. La vertenza è durata 3 giorni. Tre estenuanti giorni fatti solo di argomentazioni e tesi difensive espresse da parte dei legali. E’ una vertenza questa che non consta di precedenti (qui si discute sul diritto di spostamento in ambito europeo di un malato necessitante di cure. Il diritto cioè a fruire delle cure e dei servizi ospedalieri in ogni paese d’Europa     ). Diverso dalle tematiche che saranno discusse avanti alla Family Division a partire da domani. La vittoria della causa sarà comunque molto difficile in quanto l’intera vertenza è estremamente delicata e complessa e sarà impossibile prevenire o azzardare ipotesi sulla decisione del giudice. L’ospedale ha fortemente insistito sul fatto che la legge italiana non tutela i bimbi poiché sarebbero sottoposti ai desideri dei genitori e dunque i loro diritti umani non sarebbero tutelati. Sarebbero costretti a continuare a vivere ... quindi non si può dire che in Italia i loro interessi siano protetti...»
Avete letto bene: «la legge italiana non tutela i bimbi poiché sarebbero sottoposti ai desideri dei genitori e dunque i loro diritti umani non sarebbero tutelati», ove la tutela dei diritti di quella bimba consisterebbe nel farla morire. Se non reagiamo, con un sussulto di dignità, credo che sarà la fine della nostra civiltà a misura d’uomo, resa possibile dalla storia millenaria del cristianesimo. Non sappiamo che farcene di una «confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà» che non sa amare e difendere la vita, ogni vita umana.»

Hein ?!quand je vous avais parlé dans un de          mes      billets       de la "Secte      des     Adorateurs       de     la     Mort" qui est    actuellement    au    pouvoir    partout    dans les   instances officielles   et toutes   celles   qui ont    le pouvoir    ! 

De nos jours l'amour de proches est considéré comme une violation  des droits de l'homme de l'individu, mais la dictature arbitraire et impavide de l'etat non ! Or le pouvoir de l'Etat c'est celui du grand capital (ressouvenez-vous des vrais raisons de l'obligation vaccinale des 11 vaccins, les profits de Big Pharma !  etc sur le cancer, la procréation humaine, (j'ai publié un article là-dessus) etc. Quand je vous disais que le totalitarisme capitaliste, - - qui est maintenant au pouvoir si ! vous ne vous  - ---en rendez pueut-êt -re pas compte, et bien voilà une bonne occasion de vous en rendre compte !!   -  - - est pire que tous ceux qui l'ont précédé.

Il y a des questions de fond qui sont posées, et un fossé entre les Etats civilisés, qui respectent encore les rapports humains, et ceux qui prétendent l'être mais ne le sont plus qui instaurent le TOTALITARISME ABSOLU  de l'Etat, c'est à dire de ses APPARATCHIKS (le médecin-chef de  et des Reims par exemple, surtout quand il ne se trouve pas d'infirmière assez héroiques pour désobéir,S

et des INTERETSCAPITALISTEs       Qui sont derrière !

(sans parler de l'hypocrisie de cette "Union européenne" qui prétend se baser sur la libre cisculation des capitaux (oui ! surtout ! ça c'est sacré !...) et des personnes et qui l'INTERDIT de manière arbitraire et totalitaire. Du temps des Etats-nations on était plus libres de se déplacer que dans ce monde où il faut demander la permission aux MAITRES  pour executer le moindre des actess censées être des droits de lhomme et du citoyen !)

infos de mars 2022 : Janvier 2020 Tafida Raqeeb - the brain-damaged five-year-old written off by NHS doctors - was yesterday deemed well enough to move out of intensive care in hospital in Italy.

Her parents hailed the ‘big step’ and revealed their daughter is now able to breathe on her own.

Defying her NHS prognosis, she has been moved to her own room in a rehabilitation unit and her delighted mother Shelina Begum told the Mail: ‘Her recovery starts today.’ 

Three months ago, Tafida’s life hung in the balance as British doctors asked the High Court to sanction her life-support being switched off, saying she had no hope of recovery and it would be kinder to let her die.

Yesterday, doctors in the Italian port city announced Tafida had made enough progress to be moved from intensive care to a private room in the rehabilitation unit.

Miss Begum said: ‘It shows that the medical opinion that was placed before the court in the UK is being proved wrong - by Tafida herself.’ 

Tafida Raqeeb: Mum hopes brain-damaged girl will return home 22 March 2022

The mother of a severely disabled girl who took her child to Italy for treatment hopes her daughter will be able to return to London.

Tafida Raqeeb was aged five when she was put on life support in early 2019 following a traumatic brain injury.

She travelled to Genoa in October that year after her parents won a landmark High Court legal ruling to take her abroad for treatment.

Shelina Begum told BBC London her daughter is "doing very well". "Tafida will return. This is her home and this is my home," she said.

"She continues to fight and we see new changes every day. She is stable and we are seeing her emerging. (que croire?)

"The treatments have been beyond belief. We have sacrificed everything, des pauvres auraient été tués par les autorités britanniques, kaj FINO, I am here in Italy with Tafida while my son is back in the UK.

"It has been extremely challenging and beyond belief [for our family]."

Shelina Begum is fundraising for a £25m brain injury rehabilitation centre for children who are not offered NHS treatment

Tafida, now aged seven, is being treated at Genoa's Gaslini Hospital, having previously been at the Royal London Hospital in Whitechapel, east London.

In October 2019, NHS bosses had asked a judge to rule that ending Tafida's life-support was in her best interests.

Her mother, solicitor Miss Begum, and father, construction consultant Mohammed Raqeeb, said doctors in Italy would continue to treat their daughter until she was diagnosed as brain dead.

In the end, judge Mr Justice MacDonald sided with Tafida's family, granting her a chance by rejecting the NHS's challenge.

Two-and-a-half years since the ruling, Miss Begum said she harbours no anger about the case.

"The clinicians need to use Tafida's case as an example before making another best interest application to the court," Miss Begum said.

"If I go back to 2019, it is a very painful moment. I did beg those clinicians to please listen to what the Italians are saying and let Tafida go, but they refused.

"The child they said would die in two weeks is still alive.

"I have let go, my anger has gone, but she is living proof that they were wrong and she was right."

Media caption,

Speaking in October 2019, Tafida's mother Shelina Begum said the case had been "exhausting and traumatic"

Her parents have created the Tafida Raqeeb Foundation and on Tuesday the charity officially launched a campaign to build a medical centre in the UK for treating brain-damaged children.

The charity aims to set up a "bespoke 20-bed Neurorehabilitation Centre for children" which would offer a range of therapies.

"I have actually become the first point of contact whenever there is a challenge within any hospital," Miss Begum said.

"That's when I thought something needs to happen - a centre to be opened to provide this treatment which is not available."


si Vencent Lambert avait été autorisé à être soigné dans un établissement spécialisé en Italie, il serait aujourd'hui vivant (et peut être revenu à la normale)

 

20/07/2023

Avec quels auteurs faisait-on étudier le français dans les années 50 et 60 ?

La lecture des vieux manuels scolaires (j'espère que vous avez conservés les vôtres !) est enrichissante et pleine d'enseignement.
Ainsi si on rouvre les grammaire d'avant 1965 non seulement on redécouvre des textes délicieux et qui des fois font réfléchir (j'en parlerai peut-être une autre fois), mais par exemple on peut étudier quels étaient les écrivains sur lesquels se basait l'enseignement de la grammaire aux enfants des classes du premier cycle des lycées et collèges, entre, disons 1938 (et sans doute avant), et environ 1960, et même au-delà.
Je les ai recensé et en ai fait un tableau, agrémenté de quelques liens à la Wikipédia permettant de se documenter sur les noms les moins connus par contre j'ai du faire disparaître la colonne où étaient indiqués les auteurs d'origine populaire, à la suite des noms j'ai du mettre à la main le total des occurrence de leurs textes parmi les extraits cités dans la grammaire.
liste des auteurs utilisés dans la grammaire « Souché-Lamaison pour les classes de sixième, suivant les programmes du 14/4/1938, et d’octobre 1944. (noms de l'auteur suivi du nombre nombre de textes cités)

Edmond About 1

Jean Aicard 1

Marguerite Audoux 8

Henri Bachelin 2

Balzac 4

André Baillon 1

Auguste Bailly 2

Théodore de Banville 1

René Bazin 13

Maurice Bedel 1

Pierre Benoît 5

Boileau 1

baptisto Bonnet 1

Henry Bordeaux 2

Maurice Bouchor 1

Paul Bourget 2

Léonce Bouliaguet 1

René Boylesve 2

Robert Brasillach 2

Buffon 3

Chateaubriand 10

Gaston Chérau 3

Léon Cladel 1

Georges Clémenceau 1

Colette 5

Maurice Constantin-Weyer 1

Corneille 5

Alphonse Daudet 34 (le plus cité, et de loin !)

Lucie Delarue-Mardrus 1

Maurice Donnay 1

Roland Dorgeles 1

Georges Duhamel 4

Victor Duruy 1

Erckmann-Chatrian 10

Jean-Henri Fabre 1

Emile Faguet 1

Claude Farrère 4

Geneviève Fauconnier 1

Fénelon 3

Gustave Flaubert 11

Maurice Fombeure 1

Anatole France 23

Eugène Fromentin 4

Lucien Gachon 1

Marie Gasquet 1

Théophile Gautier 4

Maurice Genevoix 3

Marie Gevers 1

André Gide 1

E. et J. de Goncourt 2

Julien Green 1

Emile Guillaumin 3

Jean-Marie Guyau 1

Louis Hémon – (« Maria Chapdelaine ») 3

José-Marie de Hérédia 1

Victor Hugo 13

Edmond Jaloux – « Fumées dans la campagne » 1

Jean Jaurès 2

Camille Jullian 1

La Fontaine 10

André Lamandé 1

Lamartine 9

Jean de La Varende 1

Henri Lavedan 1

Ernest Lavisse 1

Ernest Legouvé 1

Camille Lemonnier 3

Eugène Le Roy 2

Daniel Lesueur 1

Pierre Loti 5

Maurice Maeterlinck 1

Maurice Magre 1

Hector Malot 1

René Maran 1

Maurice Mardelle (1886-1948 charpentier poète) 1

Jules Marouzeau (« Une enfance ») 2

Roger Martin Du Gard 4

Guy de Maupassant 7

François Mauriac 1

Gabriel Maurière 1

Mérimé 1

Jules Michelet 5

Frédéric Mistral 4

Molière 4

Montesquieu 1

Emile Moselly 10

Musset 2

Jean Nesmy (Henri Surchamp) 6

Pol Neveux 1

Gaston Paris 1

Louis Pergaud 5

Ernest Pérochon 2

Joseph de Pesquidoux 6

Charles-Louis Philippe 3

Emile Pouvillon 1

Racine 2

Nicolas Rambaud 1

Jules Renard 1

Henri de Régnier 3

Romain Rolland 9

Jules Romains 2

J.-J. Rousseau 5

Romain Roussel 2

Claire Sainte-Soline 4

Albert Samain 1

George Sand 10

Bernardin de Saint-Pierre 1

Madame de Sévigné 4

Charles Silvestre 4

Jules Simon 1

Sully-Prudhomme 2

Taine 4

J. et J. Tharaud 7

André Theuriet 20

Marcelle Tinayre 1

Jean Tousseul 1

Jules Vallès 1

Maxence van der meersch 1

Vigny 2 

Lozère 1950 gizerac_cabane_du_berger.jpg

Raymonde Vincent 5

Voltaire 6

Emile Zola 6

Si on lit toutes leurs biographies (ça vaut le coup d’en prendre le temps je vous l’assure, il y a des choses et des êtres à découvrir) on découvre d’abord qu’il y a une majorité d’écrivains régionalistes et spécialisés dans la peinture de la vie paysanne, c’est même le thème dominant, et aussi qu’il y a un nombre impressionnant d’auteurs d’origine populaire (domestiques, paysans, etc.) qui ont eu la chance de devenir écrivains, célèbres, et souvent ont décrit la vie de leur enfance.
Une chose aussi remarquable quand on lit (pas forcément les extraits présents sur le livre de grammaire, mais on en trouve d’autres sur Internet aussi) les textes de ces auteurs de cette époque c’est le soin et la sensibilité extrême, le style fin précis et pur dans lequel ils écrivent, y compris ceux qui n’ont au départ reçu aucune instruction littéraire et sont d’origine populaire, on devine là entre autre la dégradation du niveau de l’enseignement : combien des lycéens d’aujourd’hui sauraient écrire avec tant de soin et d’expressivité. C’est aussi l’époque, la seule dans toute l’histoire littéraire, entre l’aveuglement/indifférence des siècles aristocrates de salon et celui du siècle machiniste et pédant, où s’est développé et a été cultivé au plus haut point, l’émotion et la sensibilité aŭ choses, aŭ impressions, aŭ paysages, etc.
C’est également la grande époque de la peinture de paysage, ce n’est pas un hasard. Et de la poésie de la nature.

Lisez ces quelques phrases d’un fils de domestiques, devenu écrivain anti-clérical, Eugène Le Roy, savourez :
http://pagesperso-orange.fr/zep.saint-aulaye/double/elero...

15/07/2023

ma mère fut (fût ...) une cigarettière

voilà un métier utile, un métier vrai de gens normaux, pas de bourgeois péqu'neux imbus de racisme social  à la Macron ! de vrais personnes humaines quoi ! (et utiles, qui - eux ! - produisent des biens et des services pour les autres personnes humaines, pas des parasites (comme dit si bien Bernard Friot) de cadres-sup' qui passent leur temps à réunionner, ou à "s'déplacer en taxi pour blablater sur LCI".

Voilà une chanson portugaise qui contient tout le drame de la vie :

(NB : depuis hier Youtube cet infâme engin répugnant du totalitarisme capitaliste, censure systématiquement TOUTES les vidéos intégrées dans un site de blog !!!!!!!!!! Il faut donc à chaque fois se DEPECHER, avant d'avoir le message de blocage, de cliquer sur l'icone qui fait regarder la vidéo directement sur le site de youtube, sinon vous êtes foutus ! vous ne verrez rien !


voici les paroles (car il est aberrant d'écouter une chanson sans en comprendre les paroles !) :


Minha mãe foi cigarreira
E tinha um porte bizarro
‘Inda vejo a sua imagem
No fumo do meu cigarro.

trad :
Ma mère était cigarettière
Et avait grande allure
Son image se forme encore
Dans la fumée de ma cigarette.


A sua alma branquinha
Honesta, modesta e franca
Envolvia a minha alma
Como a mortalha mais branca.

trad :
Son âme candide
Honnête, modeste et droite
Enveloppait mon âme
Comme le tabac dans son linceul de papier.


Coitadinha já morreu
Que o amor de Deus lhe valha
Foi concerteza pró céu
Envolta em branca mortalha.

trad :
La pauvrette n’est plus là
Que l’amour de Dieu la protège
Elle est sûrement montée au ciel
Enveloppée dans son drap blanc.


Minha mãe estrela perdida
‘Inda a vejo entre os abrolhos
Como se fosse envolvida
Na mortalha dos meus olhos.

trad :
Ma mère, étoile perdue
Je la vois briller du fond de mes tourments
Comme enveloppée
Dans le blanc de mes yeux.


Filipe Pinto (1905-1968). il est mort lui aussi ... Minha mãe foi cigarreira (1961).
Filipe Pinto (1905-1968). Ma mère était cigaretière, traduit de Minha mãe foi cigarreira (1961) L. & L. (et chanter le tabac aussi est un acte de résistance et de liberté)

la cigarettière tableau espagnol  de Manuel CABRAL AGUADO y BEJARANO (1827-1891).png

06/07/2023

lettre sur les trains - français ne mettez plus jamais les pieds dans un train ni une gare, fuyez ces lieux méprisants et hyper-dangereux !

https://reseauinternational.net/sncf-gafam-meme-combat/ De pire en pire :
Le président de la SNCF, Guillaume Pepy, a plaidé vendredi pour que des agents en civil de la compagnie ferroviaire puissent être armés à bord des trains afin de renforcer la sécurité
Qui peut encore avoir envie de voyager par cette ignoble entreprise détraquée ?!

Du temps où la France était un Etat de Droit (au XIXè siècle par exemple !) et non un Régime policier, comme elle est devenue maintenant, tout ça aurait été impensable, et d'ailleurs interdit par les principes généraux du droit.

août 2011 : "Omar Sy aurait franchi un « périmètre de sécurité » mis en place par des agents de sécurité de la SNCF, qui souhaitaient appréhender un voyageur sans billet"

Mais réflechissez un peu !!!!!! autrefois, durant des siècles depuis l'apparition des trains dans une   France qui était   un  pays NORMAL  et  civilisé, quand un voyageur (un CLIENT,donc) se trouvait sans billet, ou bien il avait une explication vaguement crédible, et le  contrôleur lui établissait un billet,  ou  bien non   et le   contôleur   lui   collait   en plus   une   amende,   point    final  ! Et   maintenant   dans   ce régime actuel   pire  que celui  de l'URSS  dont  on nous   faisait tellement   peur on   parle,   les   "instances"   nous  racontent  sans rire,   qu'ils envoient la police (la POLICE !)  et qu'elle "met en place un "périmètre de sécurité" ( !! même Goebbels n'aurait pas inventé un tel jésuitisme) pour l'appréhender (comme un varitable  criminel, et  ceux qui escroquent la communauté nationale de millions en fraudes magouilles emplois fictifs et autres arrangements, c'est quoi ?). On    marche  non seulement   dans la   boue     mais    sur   la    tête   !!!!)

En fait il faut remonter en amont tout ça dès le départ n’arriverait pas si
 (par un soucis de "rentabilité" capitaliste ) la SNCF n’avait pas  supprimé (depuis 1977) les contrôleurs à l’accès aux quais ! . . (1)

lesquels pouvaient d’ailleurs aussi renseigner (car on pouvait avoir de l’information  à l’époque !). Maintenant c’est « contrôlez-vous vous-même ! » et flicardisation du métier :
 socialement malsain (et méprisant envers le client). Et maintenant avec les dérives de plus en plus  fascisantes de la société actuelle on peut s'attendre à tout, le voyageur n'est plus un client, mais "pire qu'un chien",    un être en danger qui risque de tomber pour un oui pour un non dans un vrai cauchemar sadique (on en a encore entendu parler récemment sur deux lycéens qui avaient oublié de "composter" leur billet )   
((1) A l’époque tout était normal, paisible, régulier, commode, convivial, et le soucis de la SNCF était alors le soin des besoins pratiques et des conditions de vie des voyageurs)

http://www.politique-actu.com/osons/tous-connards-equivalent-viktor-dedaj/588356/
De même, ont disparus les horaires du réseau librement accessibles, les sièges, les  salles d’attente, les consignes à bagage, la possibilité de monter dans le train dès qu’il était à quai,
 la possibilité d’ouvrir les fenêtres, et la possibilité de changer d’avis (ou de rater son train !) et de
 prendre le suivant sans perdre son argent ! (et le droit de fumer sur les quais !)
Devant un tel mépris
des gens et des condition de vies qui deviennent de telles « galères » allez vous étonner que ces dérives méprisantes, j’m’en–fout-istes et capitalistiques en entraînent d’autres ! C’est un  pourrissement général de la civilisation qui se défait, et qui a été initié par l’institution.

Quand on lit des textes se déroulant dans des pays du Tiers-Monde on retrouve avec un cruel
 pincement au cœur cette liberté et cette convivialité et on se rend compte à quel point elle
 a disparue
chez nous. Quand par exemple dans  une nouvelle de
Gao Xingjian deux jeunes mariés de la Chine communiste  (censée être moins libre !) à l’arrêt dans une ville décident sur un coup de tête d’arrêter là, et de poursuivre leur voyage le lendemain ! eh oui ! eux, ils le peuvent encore, ce qu’on pouvait faire en France autrefois ; maintenant avec les réservations obligatoires ce serait impossible  et ils perdraient leur argent ! Où quand on nous décrit (dans Teach Yourself Hindi) une foule de voyageurs dans un train en  Inde attendant le départ du train, se penchant par la fenêtre pour regarder, parler ou acheter  quelque chose à manger, toute une liberté, une humanité, une décontraction , un confort de vie , normal, qui existait aussi en France jusque dans les années 70, de nos jour  impossible dans nos trains aussi hermétiques et tout interdits que le totalitarisme flico-politiquement-correct dont ils émanent.

ah! elle est morte la liberté, la vie! ...

ça se confirme, c'est de pire en pire ! on s'enfonce dans le cauchemar, lisez ce que je viens de trouver :
Lettre ouverte au Président Directeur Général de la SNCF Monsieur Guillaume Pepy

Monsieur le Président Directeur Général,

Amenée à effectuer régulièrement des trajets en train entre Paris Saint Lazare et Rouen, je tiens à vous informer d’une situation alarmante concernant la violence psychologique que subissent certains voyageurs sur ce trajet, notamment des jeunes le plus souvent d’origine étrangère, violence que vous ne pouvez ignorer, dans la mesure où elles se répètent voire deviennent habituelles, lors d’intervention de la police du rail ou de la Police Nationale.

Par ailleurs, des abus sont commis par les contrôleurs qui se permettent pour un simple oubli de compostage d’un billet, de faire appel de façon inconsidérée aux forces de sécurité. Je m’insurge en tant qu’usager contre ces pratiques arbitraires. Les forces de police sont quasiment systématiquement présentes en particulier dans les trains qui s’arrêtent à Mantes la Jolie, et absentes dans les trains directs de Paris à Rouen. Par conséquent une population est discriminée, considérée comme potentiellement délinquante, ce qui est contraire à l’égalité de traitement des usagers tant des services publics que privés.

Le 21 juin dernier j’étais à bord du train corail inter cités 13 111 CIC, voiture 13 (départ 16h20 de Paris Saint Lazare) qui marquait un arrêt à Mantes-la-Jolie. Nous avons été contrôlés. Le voyageur assis en face de moi, un homme d’une quarantaine d’années dormait lors du premier passage du contrôleur. Il a signalé poliment à son second passage qu’il n’avait pas eu le temps de composter son billet. Le contrôleur n’a rien voulu savoir et l’a verbalisé. Le ton a monté, le contrôleur l’a alors menacé s’il ne réglait pas l’amende d’appeler la sécurité. Un très jeune homme assis en face de moi a dû régler une taxe de 15 euros, ignorant que l’on était en période blanche et non bleue ! lorsque j’ai tenté d’intercéder en sa faveur il m’a été répondu de manière très désagréable par le contrôleur qu’il « suffisait de se renseigner ».

Le premier passager n’ayant toujours pas réglé son amende, le contrôleur à appelé la "sécurité". Trois policiers de la police nationale armés sont arrivés au pas de charge, comme s’il était question d’interpeller un criminel ! Pour ne pas créer d’esclandre dans le compartiment le passager les attendait dans le SAS entre deux wagons. Cet homme a eu droit par ces trois policiers à un contrôle d’identité, à une fouille au corps avec palpation sans ménagement, son sac de voyage a été totalement vidé et fouillé, puis étant donné qu’aucune charge n’était retenue contre lui, excepté le crime de ne pas avoir composté son billet, on lui a laissé poursuivre son voyage !

Ça n’était pas un jeune d’origine étrangère me direz vous…Quelques minutes plus tard, un deuxième contrôleur qui sévissait voiture 13, appelle de nouveau la "sécurité" : Même scénario catastrophe, avec les trois policiers revenant au pas de charge. Ils s’en prennent alors avec une violence verbale inadmissible à une jeune « black » d’une quinzaine d’années sans titre de transport, puis à un second jeune garçon visiblement terrorisés , ils les embarquent au fond du compartiment, les encerclent.

A ce moment précis j’ai fait un mouvement pour intervenir, car je ne supporte pas ces méthodes arbitraires, qui rappellent celles des états totalitaires, mais j’ai eu peur…peur de la violence potentielle, même verbale de ces policiers, peur de leur nervosité, peur que l’on « m’embarque » à mon tour.

A la gare de Mantes la Jolie, les trois policiers sont descendus avec les jeunes, les ont bloqués sur le quai de la gare, devant tous les voyageurs, les encerclant avec deux autres contrôleurs venus courageusement leur prêter main forte ! Le train est reparti…Qu’est t’il advenu ?

Les contrôleurs de la SNCF doivent -ils se transformer en indicateurs où en auxiliaires de police ? Ont-ils une prime au mérite lors de tels agissements ? Les deux qui sévissaient ce jour là dans le train et s’en prenaient arbitrairement à ces passagers, ont fait appel aux forces de l’ordre pour les réprimer, donnent une drôle d’image du service public. J’ai oublié de dire que le premier contrevenant était tatoué, existe- t’il un « délit de sale gueule »ou de faciès répréhensible dans les trains du service public Français ?

Ce mercredi 8 juillet, j’ai de nouveau pris le train de Paris à Rouen. Bien qu’opposée au privilège occasionné par les transports en première classe le hasard d’une réservation à bas prix sur Internet m’y a conduite. L’homme d’affaire assis à côté de moi n’avait aucun titre de transport. On lui a demandé avec déférence de bien vouloir régler son billet, et le contrôleur a dû attendre qu’il daigne terminer ce qu’il était en train d’entreprendre sur son ordinateur portable pour être réglé, tandis que les jeunes, et plus particulièrement les jeunes d’origine étrangère, dans une situation identique, règlent pas un simple billet de train, subissent violence verbale, mépris, interpellations, et discriminations de la part de vos services. Ils connaissent eux et leurs familles une situation de paupérisation sans précédent et il serait parfaitement légitime dans une société qui se respecte qu’ils bénéficient des transports gratuits ! S’il n’y avait la course au profit qui conduit à la chasse à l’homme ! Ces démonstrations de force, ces humiliations répétées ne peuvent conduire ces jeunes qu’au désespoir, et à la révolte, elles se surajoutent à l’absence d’emploi, à l’impossibilité de se projeter dans un avenir possible, à l’incompréhension qu’ils subissent au quotidien.

Je peux encore citer pour exemple un jeune d’origine Maghrébine qui pour avoir craché par terre dans le hall de la gare de Rouen a été poursuivi et interpellé sans ménagement par trois vigiles de la police ferroviaire, alors qu’il était blessé au bras. Comble de malchance il n’avait pas de pièce d’identité. La police ferroviaire a alors appelé la police Nationale, qui l’a arrêté après qu’il ait été encerclé pendant plus d’une heure par ces vigiles pour enfin être conduit au commissariat. Il était là, paumé, apeuré, on ne l’a même pas autorisé à téléphoner ! Cette fois ci, je suis intervenue et nous nous sommes regroupés à plusieurs usagers indignés dans la gare pour dénoncer ce qui était en train de se dérouler sous nos yeux.

D’où vient l’insécurité dans ces cas précis monsieur le Directeur ? Comment pouvez-vous tolérer un tel arbitraire ? Je me sens dans un état profond d’insécurité dans les gares, les trains et le métro, cette insécurité est uniquement liée aux dispositifs répressifs qui sont mis en place grâce aux connivences entre la SNCF, la police et l’armée. Je ne supporte pas de me retrouver face à face avec des militaires, la mitraillette au poing lorsque je croise le quai d’un train de banlieue, de voyager dans des compartiments quadrillés par des policiers en armes, d’assister aux humiliations que subissent ces enfants qui pourraient être mes enfants ou les vôtres ! Par conséquent, en tant qu’usager de vos services, j’estime que cela suffit et vous informe que cette lettre ouverte est rendue publique, tout en espérant que les usagers soumis à de tels traitements portent plainte afin de mettre fin à de tels agissements arbitraires.

Recevez monsieur le Président Directeur Général mes salutations distinguées.

Sophie Lecomte

Source : Bellaciao

18/11/2022

j'ai connu l'époque, maintenant révolue

J’ai connu l’époque où en voiture on roulait à 90. C’est loin tout ça !

Maintenant on revit au même rythme que les amish avec leurs carrioles à chevaux !

Et tout le reste, toute la modernité c’est fini.
En ce temps là on pouvait voyager, et même se promener D’abord on avait le temps, et encore la force une fois rentré de reprendre la voiture, et l’espoir d’arriver à aller quelque part. Et puis il y avait des trains à l’époque, des vrais, et des hôtels.
Et des églises, des magasins, des transports en commun, et des tickets. Et des programmes de radio, et des théâtres, et des bibliothèques municipales pas fermées, et des cafés. Et des enfants, et des bancs publics. Et des lettres qui arrivaient en 24 heures, des trains postaux même en pleine nuit. Des hirondelles sur les fils, et des martinets au-dessus des villes, et des moineaux. Et des pin-ups. Et des revues, plein ! et des journaux. Et si on voyageait en voiture on savait qu’on pourrait sauter d’un hôtel à l’autre et trouver des restaurants au bord de la route.

Maintenant tous seuls derrières leurs écran d’ordinateurs, les gens doivent s’habituer à une autre vie, où manque presque tout ce qui fait la vie, où tout est tellement interdit qu’ils doivent s’estimer heureux de pouvoir rentrer chez eux sans une convocation au tribunal au cul et sans un traumatisme à vie de la police ou de quelque vigile privé ou assistante sociale de la DDASS. 30/5/2019

03/08/2022

serĉi en la vagonaro konvenan kupeon

 Iam ie en Esperanta vortaro mi legis tiun ekzemplofrazon:

"serĉi en la vagonaro konvenan kupeon"

Jes ja estis bela kaj bona la vivo. Sed tio estas afero, kion oni ne plu povas fari, neniam, nun.
Jes estis tuta vivarto, kaj tuta libereco,
malaperintaj....

Une phrase-type quelque part en un dictionnaire d'Espéranto, "chercher dans le train un compartiment qui convienne" - chose qu'il n'est plus possible de faire, - que de fois ! que pendant d'heures accumulées a-t-on fait ça ! je me souviens. C'était vivre ! comme des êtres humains, eh oui, c'était tout un art de vivre, et toute une liberté,
disparus
 
trains.jpg

28/07/2022

Je ne voyage plus jamais - boycottez les aréoports, ne prenez plus l'avion - rayons X

16/6/2006 Je crois que s’il y avait encore une France, s’il y avait encore des gares, s’il y avait encore des trains, s’il y avait encore des hôtels, je partirais quand même (en vacances) je ne sais pas où, à l’aventure, (comme on pouvait encore faire il y a 30 ans, plus maintenant, ça ferait du bien, peut-être. Ne fusse que voir défiler des robiniers.
Mais il n’y a plus rien de tout ça. Il n’y a plus que des flics, des vitres scellées, des caméras de surveillance, un monde Orwellien ou seul pour des cadres sup’ il y a de la place (et encore s’ils aiment ça et sont bien déshumanisés),  un monde stalinien et névrotique, il n’y a plus rien, plus de France, plus rien dedans, plus d'hôtels abordables.

tout est ravagé par la piraterie mafieuse, la mort, et la laideur.

 

 

et en voiture, outre que c'est fatigant, et comporte toujours un certain danger matériel, comment oser partir, surtout seul, maintenant ? tout est interdit, il y a tellement de dangers, tellement de bavures policières. Avec tout ce qu'on voit ! n'importe quoi peut vous arriver d'un instant à l'autre sans prévenir (lisez les témoignages des victimes sur Internet) C'est trop angoissant.

Et l'avion maintenant c'est fini, on ne peut plus prendre l'avion à moins d'être acteur de film porno !

POURQUOI traverser un aéroport est-il aujourd'hui un examen radioactif et une expérience terrorisante même pour les enfants et les vieillards ?

Et maintenant les pilotes meurent comme des mouches ! (ben ! on les a obligé à se faire "vacciner", vous avez compris ...)

Et la chose dépasse les « simples » effets secondaires handicapants. On constatait fin 2021 une explosion du nombre de pilotes décédés. Et ce sont les fact checkers de Reuters qui rapportent lest chiffres. Et s’ils critiquent le manque de contexte, ils confirment la progression du nombre de décès. La page « in memoriam » d’Air Line Pilot Magazine, une publication mensuelle de l’Air Line Pilot Association (ALPA), répertorie les noms des pilotes décédés, ainsi que le mois et l’année du décès.

Dans l’édition d’octobre à novembre, les utilisateurs des médias sociaux ont noté que la page avait répertorié 111 noms de pilotes décédés durant les 9 premiers mois de 2021, contre six pour toute l’année 2020 et un seul en 20195.

https://ns2017.wordpress.com/2022/07/18/du-chaos-des-aero...

 

 

08/07/2022

routes droites

J’aime les routes toute droites, elles ont beaucoup plus de caractère et de charme et sont plus agréables que les routes tortueuses. (sans parler de ces affreuses grosses routes modernes et les autoroutes, avec leurs 4 voies et leurs hideuses glissières de sécurité, qui sont toutes constamment en courbes insipides, et qui sont si fatigantes, mortes, et coupées de tout ! beurk !)

30/06/2022

disparition des croissants

avez-vous remarqué ? en France depuis quelques années on ne trouve plus de croissants nulle part !!!              mais seulement des - comment appelera-t-on ça ? - disons des Barreaux de Chaises faits avec de la pâte à croissant. Mais des croissants, en forme de croissants, qui furent pourtant longtemps un des piliers de l'identité petit-déjeunière de la France ! et du charme de la vie quotidienne, macache !!! fini !! nulle part !!! impossible !!!
Il n'y a plus qu'à Buenos Aires qu'ils font encore des croissants
http://i212.photobucket.com/albums/cc148/NoSmetana/HENJIN/DSC03453.jpg
(source : http://niestasbizaruloj.tumblr.com/ 
"kraketemaj kaj dolĉaj" aille ! qué malheur ! supplice de tentale !)
Il va falloir faire 10.000 kilomètres si on veut encore avoir des croissants à son petit déjeuner ...       

 

ici une vidéo ù o vus explique comment faire des croissants qui resemblent à des croissants !!


29/05/2022

Derrière toutes les propagandes, la vie dans la Russie actuelle

Deux vielles dames on voyagé en Russie, et font ce que les journalistes devraient faire (si ils étaient libres ....; et si ils faisaient leur boulot !...) 

"Pour vous mettre dans l’ambiance, il n’arrête pas de pleuvoir à Kazan, ce qui rafraîchit l’atmosphère et empêche la chaleur de s’installer, mais enfin nous pouvons quitter les vêtements d’hiver que nous avons dû porter jusqu’ici et mettre des sandales. Nous les récupérerons  en arrivant à Moscou, parce que dans la capitale moscovite, il fait la température de 16 degrés, celle d’un beau mois de novembre à Marseille, avec un pull à col roulé, je suis tout juste en train d’éviter le coup de froid. Nous suivons votre canicule, nous recevons vos messages sur l’impossibilité de dormir, les classes suspendues parce qu’il est impossible d’étudier dans pareille fournaise, avec étonnement : tout cela nous paraît très exotique. Il y a aussi l’histoire des groupes à l’assemblée nationale, les esprits qui s’échauffent, les insultes échangées sur les réseaux sociaux. Pour nous deux l’affaire est claire: il faut deux groupes avec coopération et passer à autre chose rapidement. Parce qu’entre nous Macron et ce qui se met en place ce n’est pas rien, d’ici nous mesurons les dangers de guerre, mais aussi un espèce de fascisme planétaire visant à éliminer les canards boiteux, les inadaptés à la concurrence farouche entre êtres humains. Ce qui règne ici, un capitalisme sans entrave. Mais c’est comme la canicule, difficile à comprendre tant qu’on y est pas.

Ziouganov a dit: 80% des terres russes sont en friche

Nous ne savons que peu de choses en définitive de ce qu’est le Tatarstan et encore moins l’ex-URSS. Marianne en allant à Samara a entrevu une autre réalité et m’en fait part. C’est ce que nous avions déjà découvert en Crimée. Le désastre laissé dans les campagnes par la disparition de l’agriculture collectiviste. Sur des terres jadis fertiles et cultivées tout est désormais à l’abandon. Il suffit, comme elle l’a fait de prendre le car pour 8 heures de trajet vers une autre république pour à quarante kilomètre de Kazan voir surgir un autre monde, des routes plutôt mal entretenues et des publications locales qui proposent des prêts à des taux usuriers, on achète aux femmes leurs cheveux et à Kazan la pimpante succède un monde qui glisse vers le sous-développement. Plus d’école, plus de services sanitaires. Les jeunes quittent ce monde et la vieillesse de la population redouble le sous-développement. Il y a encore de la tendresse, de l’attention aux autres, plus que chez nous. Marianne me décrit cette vieille tatare qui s’est fait arrêter au bord du chemin dans une sorte de no man’s land, on devait venir la chercher et il n’y a personne. Une femme russe s’en inquiète, elle ne parle pas tatar, une autre sert d’interprète, elles empêchent le car de repartir tant que le sort de cette pauvre vieille n’est pas résolu, tout le monde d’ailleurs est d’accord, on ne peut pas l’abandonner. On multiplie les coups de téléphone jusque ce que l’affaire soit résolue et que les enfants enfin arrivés récupèrent la babouchka. Pour le moment les solidarités traditionnelles et déjà confessionnelles suppléent à cette désertification. C’est ce qu’a très bien décrit Kochanlovski dans les nuits blanches du facteur, ce groupe humain perdu dans l’espace immense de lacs et de forêts de bouleaux qui survit et dans lequel le facteur sert de lien, et poursuit à sa manière un monde soviétique disparu. Un service public défunt, des écoles vides où il croit entendre les chants joyeux des écoliers de jadis. Mais ce qu’on perçoit peut être encore plus terrible, une partie des plus pauvres glisse dans le retour à une sorte d’état sauvage, se nourrit de baies et élève poules et lapins, quelques tentatives de vente à la ville voisine. A Samara, les communistes ont tenté de recréer des formes d’élevage collectif, du poulet, de qualité aux normes biologiques comme dans l’ancienne URSS. Mais vu le niveau des salaires de la population des villes, ils n’ont pas pu faire face à la concurrence des produits exportés du monde entier et ils viennent de fermer. Face aux sanctions des occidentaux le gouvernement a lancé une politique de distribution des terres en particulier en Sibérie, mais si les communistes approuvent l’idée, ils jugent à juste raison que cette initiative supposerait une politique planificatrice globale de leur installation qui fait cruellement défaut. Seuls les Chinois pourraient répondre aujourd’hui à un tel défi. Les oligarques qui gouvernent le pays et continuent à le dépecer ne veulent pas de cette surveillance de l’Etat à la mode chinoise, la volonté d’indépendance de Poutine trouve ici ses limites et la corruption qui gangrène tous ceux qui peuvent monnayer une petite part de leur autorité prend des allures folles. A Moscou, le secrétaire du parti avec qui nous discutons nous cite à titre d’anecdote le fait que pour avoir une plaque d’immatriculation de sa voiture à trois chiffres identiques il faut verser un pot de vin équivalent au prix d’une voiture de luxe étrangère, mais cela vous garantit la bienveillance à tous les contrôles de police. Alors que la loi est sensée rester égalitaire par mille et une initiative de ce type des mafias se sont créées autour du pactole et les inégalités sont chaque jour plus profondes.

Pym que nous interrogeons sur la question des campagnes, nous dit que c’est peut-être pire que cette désertification évidente. Il nous décrit une scène qui l’a profondément marqué, c’était le jour de la fête des morts dans laquelle les familles ont coutume de porter de la nourriture sur les tombes. Il a vu le soir tombant des hordes misérables de vieillards, femmes et enfants venir récupérer la nourriture…

Ziouganov, le secrétaire du KPRF  me dit Marianne, a des idées qui sont comme des leitmotivs sur lesquelles il brode d’une manière différente dans ses discours, mais qui sont récurrentes, l’une d’entre elle est que 80% des terres russes sont désormais en friche, en allant à Samara je me suis aperçue qu’il disait vrai.

De la popularité de Staline et de la lutte contre la corruption

L’ère Poutine a un peu amélioré ce drame des années Elstine que tout le monde hait comme Gorbatchev. On voit plus de jeunes enfants, moins d’ivrognes. Poutine est le moins pire et soit on vote pour lui, soit l’abstention s’étend dans un monde qui perd l’espoir de retrouver la douceur des années disparues. Dans une telle vision, la popularité de Staline s’étend parce que lui seul aurait été capable d’en finir avec ce qui se passe aujourd’hui. Marianne explique  encore à un chauffeur de taxi qu’en occident on compare Staline à Hitler et Poutine serait sa réincarnation. Il ne relève même pas la comparaison Hitler Staline tant elle lui parait absurde mais il proteste: « Non Poutine n’est pas Staline. Staline aurait fusillé tous ces pillards impitoyablement, Poutine les laisse faire ».

Le parti communiste est-il encore communiste puisqu’il n’est pas capable de faire comme Staline? on peut en douter. Mais nous y reviendrons. En tous les cas sa popularité et celle de Lénine reste incontestable. A Samara, le pouvoir soviétique avait fait construire un bunker sous terre si jamais Moscou était prise par les armées allemandes. Marianne est allée le visiter avec des camarades du KRPF, beaucoup mieux implantés ici que dans le Tartastan voisin où ils ont subi la défaite électorale que nous avons décrite par suite de la colère du monde ouvrier de cette république. Non seulement ils nous attendaient toutes les deux mais ils avaient préparé un programme de visites et discussion. C’est une joie pour eux de voir venir des camarades de France, ce pays qu’ils admirent et dont ils rêvent. Donc Marianne a été conduite dans le bunker où un guide enthousiaste a expliqué non seulement toute l’épopée de la deuxième guerre mondiale mais aussi les raisons pour lesquelles, selon lui, Khrouchtchev haïssait Staline. Le fils de Khrouchtchev faisait partie de la jeunesse dorée et s’amusait à des jeux stupides en l’occurrence, il se prenait pour Guillaume Tell. Malheureusement en visant la pomme, il avait tué un officier. Arrêté et jugé, il devait être envoyé au point le plus périlleux du front celui dont on ne revenait pas. Khrouchtchev avait supplié, il s’était mis à genoux. Staline qui on le sait avait refusé de sauver son propre fils, l’avait repoussé et Khrouchtchev n’avait jamais revu son enfant. Marianne a demandé d’où le guide tenait l’anecdote, de quels écrits, quel historien et le guide de répondre « C’est ce que l’on s’est passé de bouche à oreille quand on a voulu nous inventer un Staline dictateur et massacreur du peuple ». Il est vrai qu’il y a eu une sorte de résistance secrète. Les statues de Lénine sont encore en place, mais celles de Staline ont disparu en 1956. Dans les années soixante et dix, Marianne jeune étudiante en Russe se souvient de cet étudiant qui avait ouvert un tiroir et montré furtivement un portrait de Staline caché là. Le culte secret connait désormais un regain de popularité. Sans parler des masses de touristes chinois qui font des circuits à thèmes et se ruent dans les magasins de souvenirs sur les portraits de Lénine et de Staline. D’ailleurs partout, des pancartes indiquent en chinois que les souvenirs sont « soviétiques ».

A Kazan, les chauffeurs de taxis restent une mine d’information. Certains sont des ingénieurs qualifiés, l’un d’eux excédé vient de quitter l’administration, il explique que le nouveau pouvoir a mis en place son propre système administratif. Il double tous les agents compétents de l’ancien système soviétique vieillissant par ses propres créatures, ces gens-là sont payés le double, ils ne savent rien faire d’autre qu’organiser un système de perception d’avantages autour du pouvoir et son clan de pillards. Si quelqu’un est trop honnête et ne veut pas participer aux affaires, il est viré, à tous les niveaux. Les anciens hérités du système soviétique continuent à faire le travail à la manière du facteur des nuits blanches tout en étant sous-payés et ils doivent avoir plusieurs boulots, dépasser l’âge de la retraite en restant là. Les communistes incarnent trop souvent la nostalgie impuissante de ce monde en train de disparaître et que la jeunesse n’a même plus le temps d’évoquer, tant elle est occupée à tenter de faire sa place dans la dureté des temps nouveaux où tout s’achète et tout se vend.

Et la question de la propriété collective des moyens de production dans tout ça?

Ce qui est extraordinaire c’est à quel point la question de la corruption est posée en termes moraux, comme d’ailleurs l’image de l’Union soviétique, en termes culturels aussi, un monde digne, sans vulgarité et de fraternité entre les individus, les peuples, les âges et les casses sociales, paysans, ouvriers intellectuels, mais jamais il n’est question des privatisations, ni de la propriété collective des moyens de production, du fait que la privatisation a peut-être été le grand facteur de cette corruption. Non ce sont au contraire « les fonctionnaires » qui sont les coupables. Parfois comme dans le conflit des chauffeurs routiers à qui l’on impose une taxe collectée par un oligarque apparaît la responsabilité des ces oligarques, du capitalisme.

Enfin pour clore notre séjour au Tatarstan, nous avons revu notre jeune journaliste tatar, il fait un article sur nous. Il était déçu que nous n’ayions pas pu rencontrer le groupe de jeunes qui ont choisi de contester le système par l’écologie, qui parlent toutes les langues et s’intéressent à l’histoire de leur pays, à l’Union soviétique comme à bien d’autres choses. Nous avons décidé de continuer le dialogue et de publier sur notre blog la traduction de ses propres réflexions. C’est si dur de se comprendre entre gens qui parlent la même langue, sont dans le même pays, alors entre nous il faut beaucoup de patience, rectifier les incompréhensions, nous dit-il. Il nous a donné rendez-vous dans un parc et il repart en vélo. Cela dit quand je lui demande pourquoi poser toujours la question du positif de l’Union soviétique en terme moraux et culturels et jamais à partir des privatisations, de la fin de la propriété collective des moyens de production,il me regarde étonné et me dit « je vais y réfléchir »… j’attends le résultat de ses réflexions.

Enfin, la veille et le jour du départ nous rencontrerons les deux seules personnes qui affirment que c’est mieux maintenant et que tout va pour le mieux dans le meilleur des mondes.

Deux adeptes du capitalisme ?

Le premier est un notre dernier chauffeur de taxi. Il a la soixantaine. A notre question sur ce qu’il préfère aujourd’hui ou l’Union soviétique, il nous répond que la vie a passé si vite qu’il n’y a rien compris. Il a travaillé d’abord comme chauffeur de bus pour nourrir sa famille, puis maintenant comme chauffeur de taxi. Il avait été élevé dans un kolkhoze proche. Tout va bien, il gagne bien sa vie et il y a de tout dans les magasins. Il ne se plaint pas. Mais quelque chose me pousse à poursuivre l’interrogatoire et je lui demande s’il a des enfants. Et là le masque tombe, la souffrance est là. Son fils vit chez lui, il n’a pas de travail, il vit de petits trafics, c’est lui qui l’entretient. Il a fait une école d’art, mais il ne trouve rien en accord avec sa formation. Du temps de l’Union soviétique, on faisait des études et après on vous envoyait dans un poste parfois loin de chez vous, mais il y avait pratiquement immédiatement les moyens de fonder une famille. Aujourd’hui c’est l’insécurité et les jeunes ne veulent plus les travaux pénibles, comme chauffeur de bus, ce sont les gens venus des anciennes républiques qui font le travail. Russes et Tatars n’en veulent plus. Et de là toute l’incompréhension, la douleur même remonte à la surface: pourquoi ont-ils détruit l’Union soviétique, cela ne marchait pas si mal… est-ce que Gorbatchov l’a fait exprès ou est-ce que c’était un imbécile? Elstine tout le monde le sait était un alcoolique… Pourquoi? Je lui demande pourquoi alors il nous avait dit que tout allait bien. Il se tait un instant puis il avoue: « je suis un patriote… J’aime mon pays… est-ce que je vais en dire du mal  à des étrangères?  » et il ajoute » Poutine est un homme bien. Il reconquiert l’Union soviétique morceau par morceau, il a recréé l’ordre. Il y en a qui disent du mal de lui ». J’avais senti dans cet homme simple qui n’avait pas vu le temps passer ce que je connais du monde ouvrier et de ce que je ressentais face au soviétique jadis. Cette soif de dignité qui passe aussi par le patriotisme, le refus de dire du mal de ce qui a coûté dans l’effort. Pas la peur de dire la vérité, non, la volonté de vous faire respecter leur pays, eux-mêmes.

Mais le dernier personnage que nous avons rencontré était un jeune homme lui sincèrement convaincu des bienfaits du capitalisme. Il s’agissait du jeune couple auquel nous avions loué leur appartement et qui le loue aux touristes de passage, par ailleurs il vend du matériel électronique qu’il va acheter au Vietnam et en Azerbaïdjian. En apprenant que nous allions commander un taxi pour l’aéroport, il s’est proposé si nous lui donnions le prix de la course, 500 roubles. La professeur de tatar de Marianne qui elle était musulmane très pratiquante et faisait le ramadan, l’avait mise en garde : « ne lui faites pas confiance, il ne viendra pas! » Elle s’était trompée, il était là à l’heure dite. Sur le trajet il avait mis à tue tête la musique américaine et pas de meilleure qualité. Marianne pour ne pas le vexer lui avait demandé s’il ne pouvait mettre de la musique tatare. Il avait obtempéré mais dénoncé le fait que cette musique était restée figée, incapable d’évoluer… Et bien que tatar lui-même s’était mis à chantonner en se moquant « Tout le monde peut faire ça! » Quant à l’Union soviétique, il y était né. Il avait même été octobriste en rentrant à l’école maternelle, c’était juste avant les pionniers. Dans sa belle-famille, il y avait les tantes de sa femme plus âgées qui avec la perestroïka, la désorganisation générale n’avaient jamais pu trouver un travail en accord avec leurs compétences y compris aujourd’hui. Mais lui heureusement il avait pu profiter des occasions. Par exemple l’appartement, jadis en Union soviétique on ne pouvait pas vendre mais échanger. Avec la fin du socialisme, tout a été possible. Il a hérité de son grand-père un studio qu’il a vendu. Il s’est marié, ils avaient deux voitures, il en a vendu une et avec la somme totale plus des prêts de leurs parents il a acquis cet appartement. Il le met en location, va vivre chez ses parents et agrandit son pécule, développe son commerce. Il est très content et ne voudrait pour rien au monde revenir au système antérieur. Je l’interroge sur la situation dans les campagnes. Il reconnaît que peut-être ça s’est un peu dégradé, mais c’est plus authentique qu’avant, on recrée le folklore tatare, d’ailleurs c’est dommage que vous ne restiez pas jusqu’au premier juillet, il y a la fête du repos entre deux périodes de travaux agricoles, on mange, on danse, les hommes luttent et celui qui gagne reçoit un mouton.puis comme il est profondément honnête et qu’à cete manière des russes, il réflchit pour essayer de vraient vous satisfaire, il ajoute « oui c’est vrai que ce n’est pas très bien, mais c’est pire chez les voisins Chouvases ».

En le quittant Marianne me dit: en voilà un au moins qui nage dans le bonheur. Et elle ajoute: « Est-ce que le fait d’avoir vécu sous une période ou une autre de l’Union soviétique n’a pas joué un rôle? Lui et ses belles-soeurs, visiblement n’ont connu que le désastre de la perestroïka, alors que notre chauffeur de la veille lui avait 60 ans et avait connu tout autre chose. Cette remarque est très importante. Je pense toujours que si l’on devait faire une étude de l’Union soviétique il faudrait faire une analyse des statistiques de mobilité sociale. La formidable transformation d’un peuple durant la marche forcée stalinienne, les opportunités offertes à un peuple de moujiks arriérés. La formation d’une grande classe moyenne, quel rôle joue-t-elle dans la chute de l’Union soviétique? Aujourd’hui une partie, la plus importante de celle-ci est menacée de déclassement. Non seulement la paysannerie, la classe ouvrière mais aussi une bonne partie des enseignants, personnels de santé et autres. Non seulement leurs conditions se dégradent et le fossé se creuse entre le recteur et les professeurs d’université, mais c’est leurs enfants qui sont les plus menacés dans leur avenir. Il faut qu’ils jouissent d’un important capital pour ne pas déchoir, capital argent, patrimoine acquis dans la vente des biens d’Etat, mais aussi capital culture dirait Bourdieu et également capital relationnel, participation à des mafias. Il faudrait voir tout cela, un peu à la manière des travaux de Louis Chauvel sur la crise des couches moyennes en occident. Il faudrait également tenir compte comme le suggère Marianne de la période de l’Union soviétique vécue par chacun. Je me prends à rêver d’une enquête pour laquelle je n’ai ni le temps, ni les moyens.

Marianne me dit, en fait les médias, le pouvoir ne cessent de répéter à la jeunesse qu’il faut se bouger et que ce sont les meilleurs, les plus travailleurs, les plus intelligents qui réussissent. Comment résister, quand on a la moindre petite réussite, à ne pas se sentir heureux de faire partie de l’élite des capacités? Tiens ça me rappelle quelque chose du côté de Macron?

L’Allemagne nous réserverait-elle des surprises? Et les hommes d’affaire chinois?

En  attendant l’avion, Marianne se repose, mais je commence une conversation en anglais avec un allemand venu de Stuttgart en famille. C’est fou ce qu’il y a comme Allemands ici, des Allemands et des Chinois. Si ceux-ci sont venus revivre en groupe les grandes heures de l’Union soviétique (il y a aussi des Vietnamiens), les Allemands sont là en famille pour faire des affaires probablement.

Celui-ci parle aussi mal l’anglais que moi, mais nous nous comprenons en mélangeant allemand et anglais. Il me dit que Merkel et Macron sont deux fous ensemble. Il en a après leur politique migratoire et il explique qu’en Allemagne il entre 6000 migrants par jour et que ces gens veulent nous tuer. Que l’Allemagne va se réveiller quand il sera trop tard et qu’ils seront tous égorgés. Il faut les refouler et tuer les terroristes. J’ai un haut le coeur. Je lui explique que je suis juive et que son discours prononcé en d’autres temps a conduit 18 membres de ma famille dans les camps de la mort. Il hausse les épaules et me dit ! « Mais bien sûr personne ne veut des nazis, il y a 1% de ces dégénérés en Allemagne »… En fait ce qu’il veut c’est qu’on limite l’Europe à l’Allemagne, la France, l’Italie, les pays fondateurs » Comme je proteste que tout cela et bel et bon mais que ce qui nous tue est l’euro, parce que notre économie est alignée sur l’Allemagne, alors que celle-ci à une industrialisation beaucoup plus performante, il est d’accord pour supprimer l’euro et pour retrouver une monnaie commune virtuelle comparable à l’écu… On croirait le programme de la section économique du PCF. Cette discussion avec un homme dont je ne sais toujours pas si c’est un  fasciste, un disciple de Jacques Sapir mâtiné de quelques  traits empruntés à Boccara ou Dimicoli, l’unté de tous les contraires, achève de contribuer à l’impression de confusion généralisée. La seule constante entre tout ce kaléidoscope est qu’il n’est toujours pas question d’expropriation du capital, de planification et de collectivisation des moyens de production, le tout sous la référence enthousiaste à Staline qui tout de même était un adepte forcené de la chose.

Marianne corrige: non à Samara, il y avait un député du KPRF qui intervenait tout le temps dans la discussion et empêchait les autres de parler. Comme nous étions nombreux, il bloquait les autres et il ne cessait de répéter: à un moment il y a eu la collectivisation des moyens de propriété, et il y a la fin de la propriété collective des moyens de production à un autre moment c’est aussi simple que ça. Comme quoi on peut être parfaitement envahissant, sentencieux, excéder les autres et avoir raison. Oui c’est vrai il y en avait beaucoup jadis au PCF et souvent il m’arrive vraiment de les regretter.

Et elle ajoute pour finir de nous achever dans nos illusions : et il n’y a pas que les hommes d’affaire allemands… Ne crois pas que les Chinois soient simplement ces gentils touristes naïfs partis à l’assaut des souvenirs de la grande guerre patriotiques, qui raflent tous les bustes de Lénine et Staline qui leur tombent sous la main, il y a des franches fripouilles. L’autre jour elle allait à la rencontre des collègues du centre de relations internationales et elle a vu sur un banc, un gros chinois dans un jogging vert olive et bleu particulièrement peu élégant et aussi avachi que son propriétaire; il parlait très fort et en chinois sur son portable croyant que personne ne comprenait et il expliquait les occasions de faire du business ici ou à Moscou. Il avait un fort accent du nord, de la Mandchourie et truffait son discours de paroles vulgaires. Tout y passait les conditions climatiques, le logement, les transports et là il y a eu l’occasion de l’état de la population:   «Les Russes sont naïfs, ils n’ont pas l’habitude, comme les occidentaux les méprisent et les traitent mal et qu’il n’y a plus que nous de gentils avec eux, ils espèrent en nous… »

Marianne qui a vécu en Chine, a une famille chinoise et déteste que l’on méprise les Chinois, me dit celui-là était de la catégorie puante, immonde comme le choix disons de la « NEP » en a produit, « l’homme d’affaire » et il ne ferait qu’une bouchée de notre petit logeur prêt à faire le taxi, à aller habiter chez ses parents en pensant « le capitalisme c’est formidable ». Le communisme chinois a jeté ses petits tigres avides sur le capitalisme occidental, ce grand tigre de papier monnaie, mais aussi sur ces pauvres Russes qui n’en finissent pas de se demander comment tout cela leur est arrivé.

Quel foutu bordel… j’aime de plus en plus les Russes y compris ceux qui se prennent pour des petits gagneurs et qui sont prêts à perdre une heure pour empêcher une vieille Tatare de se retrouver seule dans un no mans’s land… Mais je me demande si nous sommes eux et moi bien adaptés, peut-être un Josph Staline… tiens ça me gagne moi aussi.

 

Danielle Bleitrach